Scegliere il riso al supermercato può sembrare banale, praticamente scontato ma che non è assolutamente così, specialmente se non abbiamo le idee chiare in merito a cosa può servirci, ad esempio la specifica ricetta, oltre a dover fronteggiare il contesto della qualità che per il riso non appare così semplice.
Eppure non tutte le varietà e marche di riso, naturalmente, hanno la stessa qualità finale. Imparare a riconoscerle è essenziale per la nostra salute ma anche e soprattutto per ottenere il meglio da un prodotto che dall’antica provenienza orientale, è oramai presente da tempo in tutto il mondo e che non va sottovalutato.
Non è il caso di essere esperti ma far caso ad alcune tipiche peculiarità che il riso offre, a partire dalla varietà e dalla confezione che obbligatoriamente in Europa, quindi anche in Italia, deve presentare tante informazioni legate alla provenienza ma anche alla capacità nutrizionale che è fondamentale per ogni forma di riso.
Da dove arriva il riso?
La risposta appare banale ma ha tante sfaccettature, che sono anche alla base delle numerose varianti, anche alcune molto recenti: il Riso è uno dei primi nonchè più diffusi ed importanti tipi di alimenti coltivati della storia umana, diverse rilevazioni hanno portato le prime coltivazioni ad essere datate oltre 7 mila anni fa.
La provenienza deriva dall’Estremo Oriente dove è stata certificata nel corso dei secoli in gran parte del mondo, in Europa è arrivato probabilmente attraverso le rotte commerciali con il Medio Oriente, già ai tempi di Alessandro Magno, quindi diversi secoli prima di Cristo, mentre la coltivazione ha avuto diversi decorsi.
Oggi esistono innumerevoli varianti e sotto varianti di riso, possibili attraverso incroci, quindi ibridi tra le piante del gurppo delle Oryzeae, che contraddistinguono esternamente degli arbusti, questi vengono fatti crescere in appositi contesti molto umidi, le risaie, che sono necessarie per lo sviluppo dei chicchi che poi verranno consumati successivamente.
Come scegliere il riso giusto
Se per la pasta molti sono se non esperti, abbastanza ferrati da capire come scegliere quella di qualità, per il riso la cosa appare meno scontata e forse anche meno necessaria. Eppure si tratta di un alimento che è estremamente complesso e che per questo non va preso assolutamente alla leggera.
Meglio scegliere le confezioni che sono anche leggermente trasparenti, infatti adottare una politica di analisi sulla visione, scegliendo le marche che presentano meno chicchi rotti o frantumati, è una buona idea. Per legge questi non possono essere presenti oltre una certa quantità in percentuale pari al cinque per cento in quanto è un indice di qualità.
Le etichette devono essere più complete e chiare possibili, è una buona idea affidarsi a prodotti certificati possibilmente europei o ancora meglio italiani, inoltre deve essere presente oltre alla provenienza del prodotto in se anche dove questo viene controllato, imbustato ed effettivamente portato alla vendita, e che arriva sui nostri scaffali.
Quale riso scegliere?
Come tipologia, dipende da cosa ne facciamo: il tradizionale risotto necessita varianti sviluppate appositamente come l’arborio o il carnaroli, mentre altre varianti italiane come il Venere, che è una variante considerata mediamente “lussuosa”, sviluppata negli anni 90 in Italia, che risulta essere adatta per contorni e piatti di carne, prevalentemente.
Per le insalate conviene scegliere varianti apposite a chicchi lungi e dalla buona consistenza e resistenza alla cottura mentre per arancini e supplì è una buona idea optare per varianti dalla struttura piccola e tozza, che si prestano al meglio ad essere compattati. Diverse varietà esotiche invece come il Basmati sono indicate per piatti di contorno.
Questa forma di riso in particolare ha una tipica particolarità di essere adatta a metodi di cottura non invasivi e non va bollito, tendenzialmente infatti viene preparato attraverso la cottura al vapore, essendo delicato e non adatto quindi a condizioni diverse. Per ogni ricetta c’è almeno un tipo diriso particolarmente adatto.
Fa bene?
Il riso è un alimento estremamente ricco di sali minerali, potassio e magnesio in primo luogo, ed è anche non più calorico della pasta, anzi è in grado di ridurre l’apporto di glicemia, esclusivamente però se viene privato di gran parte del contenuto di amido, cosa che può essere effettuata con una opportuna risciacquatura prima della cottura finale.
E’ un alimento ricco di fibre, che sono presenti in quantità maggiori rispetto alla pasta, oltre ad avere un netto ed importante potere saziante. Viene consigliato senza molti problemi da praticamente ogni forma di individuo e tipologia di paziente anche per le capacità e proprietà antinfiammatorie di cui dispone notoriamente.